Terry Brooks parla con Del Rey del terzo libro della saga "La Genesi di Shannara": L'ESERCITO DEI DEMONI
DR: Il suo nuovo romanzo, L'Esercito dei Demoni, porta la trilogia de La Genesi di Shannara alla conclusione. Prova una certa delusione nel concludere il ciclo di una storia così importante come questa e nel dire addio ai personaggi con cui ha convissuto e a cui ha pensato per anni? Ha bisogno di tempo per recuperare le energie creative o inizierà da subito un altro progetto? |
T.
B.: Innanzitutto, la Genesi di Shannara non si conclude con la pubblicazione de L'Esercito dei Demoni. Questa trilogia è soltanto il primo passo di una serie che prevede otto o nove libri prima che si giunga alla fine. Sicuramente, quando concludo un libro, provo un “che” di delusione ed ecco perché mi immergo immediatamente nel seguente. In questo caso, ho quasi finito il libro e lo consegnerò all’editore alla fine di questo mese. |
DR: Non voglio rivelare alcunché, ma anche se L'Esercito dei Demoni chiude un capitolo della storia di Shannara, c’è ancora un bel po’ da esplorare nei prossimi romanzi. Sta continuando a colmare le lacune della sua storia narrativa, ad esempio gli eventi che portano al Primo Consiglio dei Druidi e l’origine della famiglia Ohmsford? |
T.
B.: Si. Come ho appena affermato, penso che andrò avanti fino ad un totale di otto o nove libri e la storia arriverà fino al Primo Consiglio dei Druidi. Potrei metterci un po’, ma alla fine ci arriverò. |
DR: Si potrebbe anche andare nell’altra direzione della linea temporale, indietro migliaia di anni, fino agli eventi che hanno portato gli elfi nel nascondiglio. Ha pensato di sviluppare la saga in tale direzione? |
T.
B.: Mi interrogo spesso su questo, ma non ci lavoro ancora attivamente. Pensare e scrivere sulla Genesi di Shannara e sul futuro di Shannara prende abbastanza tempo. Per ora, sono concentrato su questo. |
DR: Molti scrittori vedono sé stessi come creatori e lettori attivi ma anche come destinatari passivi che cascano nell’incantesimo del narratore e ne sono trascinati. La sua visione della narrazione sembra più dinamica ed interattiva, una sorta di collaborazione con i lettori. Come li coinvolge a questo livello? |
T.
B.: La mia teoria della narrazione è che si debba fare in modo che il lettore ti incontri a metà strada in modo che possa essere veramente coinvolto dalla storia. Il trucco è nel non dare ai lettori troppo della tua visione ma lasciare che essi decidano da sé. Così, ad esempio, nel descrivere i mostri, fornisco appena qualche descrizione “nuda e cruda”, tale da richiedere ai lettori di aggiungere sempre più dettagli sulla creatura usando la propria immaginazione. Lo stesso con i dialoghi. Non si deve dire tutto; bisogna lasciare al lettore la decisione. Penso anche che uno scrittore non debba mai raccontare tutti i finali possibili di una storia. È molto più divertente che rimanga qualche incertezza e che, dopo aver letto l’ultima pagina, i lettori possano decidere cosa accadrà dopo. |
DR: Ci sono molti personaggi memorabili in questa trilogia, ma il mio preferito è Logan Tom. Come Cavaliere del Verbo, è dotato di un’incredibile magia, ma si assume anche un carico schiacciante di responsabilità. Le sue motivazioni sono egoistiche (il desiderio di vendicare le morti dei suoi parenti per mano del demone Findo Gask), ma allo stesso tempo è capace di grande altruismo e abnegazione. Si misura con tutti i dubbi e i desideri di un uomo, ma possiede conoscenza e poteri che lo pongono in una posizione diversa da coloro che egli ha giurato di proteggere. Anche se mi ricorda un po’ i Druidi, i quali giocano ruoli molto importanti alla fine della storia di Shannara, per qualche ragione, Logan Tom sembra più umano. |
T.
B.: E’ una domanda o mi è permesso divagare? |
DR: Divaghi, la prego! |
T.
B.: C’è sicuramente un cenno alla comparsa dei Druidi nella descrizione dei Cavalieri del Verbo. Strano a dirsi, non è mia intenzione che i Cavalieri facciano da antenati dei Druidi. Come i lettori scopriranno negli ultimi libri, non è una linea diretta di discendenza. Lì, come risulterà della vostra attenta indagine, ho dato alla trama una svolta importante! Spero che vi soddisfi. |
DR: Il protagonista centrale della trilogia è Falco, il Variante del titolo originale del romanzo. Come variante è una personificazione del magico selvaggio. Cos’è il magico selvaggio e in cosa è differente dal magico del Verbo e da quello esercitato dal Re del Fiume di Argento? |
T.
B.: Oh dio, una domanda semplice!! No, ok, farò del mio meglio. Secondo la mia interpretazione, questo è una convergenza di diversi tipi di magico, messi assieme mediante un atto della natura. È sempre inaspettato, non progettato e interviene solo raramente. Quando questo accade, viene creato qualcosa di speciale. Il magico è potente e non si manifesta sempre immediatamente nella forma in cui sceglierà di restare. Inoltre, non è sempre chiaro se il magico sia buono o maligno. Nella maggior parte dei casi, quando si manifesta, fa il suo corso e nessuno può influenzarlo. Tuttavia, a volte, alcuni cercheranno di afferrarlo prima e di usarlo ed è quello che è accaduto con il variante. Il magico “normale” (mi suona come un ossimoro!) è più prevedibile, più limitato nell’uso e meno potente. Il magico in generale non è mai sicuro, ma ne esistono differenti gradi. |
DR: Ancora…il magico del Verbo e del Vuoto sgorga dalla stessa fonte o questi sono due cose differenti? |
T.
B.: Sono le facce opposte della stessa moneta. Il magico è indiscriminato e non selettivo. Come la scienza del nostro mondo, il magico del mondo delle Quattro Terre e quello delle storie de La Genesi di Shannara provengono dalla stessa fonte e sono benevoli o maligni a seconda dell’uso o, più in particolare, dalle intenzioni di chi ne fa uso. Basta ricordare che, un tempo, i demoni erano umani fino a quando non sono stati sovvertiti dal magico e dal loro desiderio di possederlo e consumarlo. Ogni cosa è davvero strettamente legata. |
DR: Alla storia della lotta di Falco nel farsi una ragione delle proprie abilità e del proprio destino fa eco la storia di Kirisin, il giovane elfo impegnato con le Pietre degli Elfi e la sicurezza di tutti gli Elfi. Questa sembra essere una delle sue principali questioni, un tema su cui lei ritorna di nuovo nei suoi romanzi. |
T.
B.: A volte penso che essere un primogenito, un padre e un nonno mi obblighi a prestare una particolare attenzione a tale questione. Seriamente, noi tutti abbiamo delle responsabilità nella vita: con alcune non vogliamo particolarmente avere a che fare, altre sembrano sopraffarci. Quindi noi tutti possiamo identificarci con le diverse battaglie che Falco, Kirisin e i miei altri protagonisti affrontano. Questo sforzo di farsi una ragione delle domande della vita è un tema complesso, senza fine e avvincente, e credo che i lettori cerchino risposte nelle storie che raccontiamo. |
DR: Tutti e tre i personaggi sembrano condividere una cosa, ossia una valutazione dei pericoli del magico. Logan Tom si spinge talmente oltre da chiamare magico un tipo di droga, uno strumento che può corrompere chi ne fa uso. La più grande speranza per tutto questo è il bene contro il male del Vuoto. Come ha detto un minuto fa, è realmente simile alla scienza e alla tecnologia? |
T. B.: Esattamente. In tutti i casi riguarda l'uso del potere. Il potere è una sorta di droga, seducente e dà assuefazione. La differenza è che il potere ha molteplici facce e può avere molteplici conseguenze. Esso prende tutte queste forme, ma l'unico denominatore comune è la sua abilità di cambiare le vite e, in casi estremi, i mondi interi. |
DR: C’è una sorta di turismo circa il fantasy: non è del tutto una fuga dalla realtà quanto piuttosto un modo differente di rapportarsi con essa. Sicuramente ne L'Esercito dei Demoni e negli altri romanzi di questa trilogia, il mondo post-11-settembre è molto più in evidenza, con temi di terrorismo e catastrofe ambientale che ricorrono nel corso della narrazione. Di fronte a queste sfide, sia gli umani sia gli elfi scelgono di isolarsi; piuttosto che confrontarsi con il male, cercano di nascondersi da esso o lo ignorano fino a quando non diventa troppo tardi. Crede che sia un problema nel mondo di oggi? |
T.
B.: Bene, duh. Non solo nel mondo di oggi, ma anche nel mondo del passato e quello del futuro. È geneticamente radicato in tutti noi e sintomatico della condizione umana. Una risposta normale alla maggior parte dei problemi che sembrano minacciarci è cercare di evitarli. Gli eroi non sono alla ricerca sfrenata di minacce mostruose da affrontare. Non nel mondo reale, che è il mondo su cui scrivo sempre. La gente reale affronta le minacce solo quando non ha altra scelta ragionevole. Credo che sia proprio la natura umana. |
DR: In quanto scrittore, si vede come un “Cavaliere del Verbo”? |
T.
B.: No, non sono abbastanza egocentrico o non mi illudo, può scegliere. Mi vedo come un narratore e questo è già una responsabilità per una sola vita, grazie mille. Scrivo su come vorremmo essere, ma in gran parte non siamo. |
DR: Nella nostra ultima intervista, lei ha affermato che stava pensando al suo nuovo romanzo ambientato nel mondo del Regno Magico. Ha già iniziato? Può dirci qualcosa al riguardo? |
T. B.: E’ il libro di cui ho parlato nella mia risposta alla prima domanda. Avevo deciso molti anni fa che era tempo di fare un nuovo libro su Landover. Non ne ho più pubblicato uno dalla metà degli anni Novanta e questa fetta di miei lettori si sente trascurato. Così mi sono impegnato in questo senso fino ad ora e alla fine ho fatto…sarà pubblicato il prossimo anno! Posso dirvi che il personaggio principale è Mistaya Holiday, la figlia di Ben e Willow dell’ultimo libro, che ora ha 15 anni e sta frequentando la scuola nel mondo di Ben con un successo piuttosto limitato. |
DR: Ha anche affermato che la Warner ha acquistato i diritti dei film su Shannara. C’è qualcosa di nuovo su questo fronte? |
T.
B.: Alcune cose si muovono. Mike Newell è emerso come regista qualche tempo fa. Ha già una grande carriera alle spalle e ha fatto molti film di questo genere, incluso il più recente Harry Potter e il Calice di Fuoco. Ora è impegnato in un grosso film chiamato Il Principe di Persia. Quando conclude il lavoro per quest’ultimo, il prossimo progetto è Le Pietre magiche di Shannara. Speriamo di sapere chi scriverà nel minor tempo possibile la sceneggiatura. |
DR: Wow!! Queste sono notizie favolose!!! |
«Tratto da www.terrybrooks.net - Trad. Valentina Bono»
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