Terry Brooks parla con Del Rey del secondo libro della nuova saga "La Genesi di Shannara": GLI ELFI DI CINTRA

 

DR: La pubblicazione di questo romanzo, il secondo della trilogia LA GENESI DI SHANNARA, segna il trentesimo anno della sua carriera di scrittore. Congratulazioni!

T. B.: Grazie mille. E' difficile credere che qualcuno legga ancora i miei lavori dopo tutto questo tempo. Ho sempre dichiarato che, al di là della carriera di scrittore, la longevità era quello che più desideravo.

DR: Sembra che, con ogni nuovo romanzo, sfidi ancora lo scrittore che è in lei. Molti scrittori nella sua situazione sarebbero contenti di adagiarsi sugli allori. Come fa a mantenere viva la passione per la scrittura?
T. B.: Adagiarsi sugli allori è allettante ed è più facile che prendere le scorciatoie. Il problema è che non è neanche lontanamente coinvolgente quanto mettersi alla ricerca di nuove cose. Mi ritengo abbastanza fortunato di poter lavorare nei mondi che ho già creato. Nessuno mi vieta di tornare indietro per un'altra "visita". Ma scrivere richiede passione e la passione richiede coinvolgimento. Così cerco storie che mi coinvolgano al punto che io non possa perdere interesse dopo i tre quarti del percorso. I lettori hanno il diritto di aspettarsi che, ogni volta, venga fuori il meglio da me e io non voglio deluderli.
 
DR: Nei ringraziamenti de GLI ELFI DI CINTRA, lei scrive dei suoi amici e della sua famiglia che le danno "lo spazio e il tempo di essere strano e disconnesso dalla realtà come ha bisogno". Questa frase mi ha impressionato... Perchè è importante per lei in quanto scrittore fantasy avere tale libertà e cosa significa esattamente "strano e disconnesso dalla realtà"?
T. B.: Credo che questo sia leggermente fuorviante, detto così, infatti, sembrerebbe dal punto di vista mentale. Ma quello che io intendevo dire era che, per scrivere nel regno del fantastico, bisogna essere capaci di andare oltre al mondo reale. Non del tutto, naturalmente, ma abbastanza da poter immaginare cose che trascendono quello che noi conosciamo. Si deve entrare nell'immaginario e poi indagare su quale sia il significato di un immaginario che diviene reale. Ad esempio, se il mondo stesse giungendo al termine, come ne I Figli di Armageddon e Gli Elfi di Cintra, come accadrebbe? Come questo potrebbe ripercuotersi sulla popolazione? Cosa sarebbe se i demoni fossero reali e fossero a capo del cataclisma? In questo modo si giunge al punto. I lettori di fantasy si aspettano di essere trasportati in luoghi nuovi e, perchè questo accada, spetta allo scrittore visitare prima tali luoghi.
 
DR: La Genesi di Shannara unisce l'universo di Shannara a quello della saga de Il Verbo e il Vuoto e mostra come il mondo dei libri di Shannara veniva condotto, dopo esser stato estratto dalle rovine del nostro mondo, in un futuro vicino in cui la tecnologia si è "scatenata" fino a produrre le disastrose condizioni sociali e ambientali che permettono al magico di tornare alla ribalta. Sembra essere in corso un processo ciclico nel suo universo narrativo, dove il magico fa strada alla scienza che, a sua volta, fa strada di nuovo al magico. Tale visione è basata sui cicli naturali del nostro mondo e sui modi in cui la tecnologia ha messo a rischio l'ambiente?
T. B.: E' così, almeno in parte. Ogni cosa che noi conosciamo va e viene secondo cicli. Dal comune allo straordinario, questa è la natura del nostro mondo e della condizione umana. Ma la mia indagine sulla scienza come forza per il bene e il male è bloccata nel presente, dove è chiaro che le nostre scelte sui diversi utilizzi della scienza possono veramente incidere sul modo in cui il mondo gira. Certamente l'attenzione all'ambiente è in alto nella mia lista di temi da trattare. Ma la scienza pervade le nostre vite in tanti modi e noi siamo spesso poco attenti all'uso che ne facciamo e abbiamo una scarsa considerazione dei suoi effetti. Chi siamo e come viviamo nel presente è direttamente connesso al passato, e dobbiamo fare molta attenzione alle lezioni che una volta pensavamo che non avremmo mai dimenticato, ma che in qualche modo abbiamo trascurato.
 
DR: Secondo lei, la minaccia dell'uomo all'ambiente, attraverso il riscaldamento globale, l'inquinamento e così via, è superata?
T. B.: Secondo me, no. Non stiamo prestando abbastanza attenzione. Come singoli individui, non stiamo facendo il necessario per aiutare a proteggere il nostro mondo e le nostre vite. Sembra che questi temi siano troppo grandi per noi. Cosa possiamo fare proprio noi che stiamo già provando a lottare per noi stessi? Ma dobbiamo fare qualcosa. Se tutti facessimo anche solo un po', farebbe la differenza. Fare la nostra parte nello sforzo per rendere il mondo migliore è un buon inizio.
 
DR: Questa trilogia è molto più difficile da scrivere rispetto alle precedenti? Sotto molti punti, il suo lavoro è più ambizioso. Non solo lei si destreggia tra molteplici storie, ma deve essere fedele all'intera "storia futura" dei libri di Shannara già pubblicati...
T. B.: Certamente è arduo. Ora sono concentrato sui tre libri dell'attuale saga, ma ho anche mille anni di "pre-storia" del mondo di Shannara da affrontare prima di arrivare al Primo Consiglio dei Druidi e all'inizio del nuovo mondo in cui domina il magico. Come affronto tutto questo? Non saprei! Ma ci sto lavorando. In parte, il trucco è concentrarsi nel procedere a piccoli passi in modo da non esserne travolti.
 
DR: Non riesco a capire perchè Hollywood non abbia mai prodotto un adattamento dei libri di Shannara o, per meglio dire, dei libri de Il Cavaliere del Verbo. Sono stati acquistati i diritti sulle sceneggiature dei suoi libri? C'è una qualsiasi possibilità di un film?
T. B.: Ho venduto i diritti di Shannara e de Il Regno Magico a diverse case cinematografiche nel corso degli anni, a partire dalla fine degli anni Settanta. Ma le esperienze non sono state piacevoli, e dopo per un po' di tempo ho rifiutato gli inviti a parlarne. E' stato diverso con la produzione di Harry Potter e Il Signore degli Anelli, i quali hanno dimostrato senza alcun dubbio come gli effetti speciali hanno fatto progressi e come i bei film possono essere basati su solidi racconti di storie. All'inizio di quest'anno ho venduto i diritti della saga di Shannara alla Warner Brothers. Ci sono buone ragioni per credere che questa casa cinematografica intenda fare qualcosa di importante con questa saga. Ma, come al solito, aspettiamo, il tempo ci dirà.
 
DR: Il Re del Fiume Argento, che era presente nel primissimo libro di Shannara, gioca anch'egli un ruolo importante in questo romanzo. Chi, o cosa, è questa figura enigmatica? Qual è il legame col Verbo?
T. B.: Ora mi sta mettendo in difficoltà! Ho ampiamente narrato la storia del Re del Fiume Argento in molti altri libri di Shannara, in particolare ne I Druidi di Shannara. In quanto lettori, non conosciamo nulla al riguardo. Sappiamo che egli è una creatura fatata, che è vecchio quasi quanto il Verbo e ha un "qualcosa" di contemporaneo. Ma non abbiamo mai visto il Verbo, e solo pochissime volte abbiamo visto il Re del Fiume Argento. Egli agisce su comando del Verbo? E' possibile, ma sembra agire anche per conto proprio. I lettori dovranno trarne le proprie conclusioni.
 
DR: Il Verbo è legato al concetto cristiano di logos? "All'inizio era il Verbo...".
T. B.: Il Verbo e il Vuoto sono destinati ad essere opposti polari, personificazioni del bene e del male che mancano di una concreta identità e che assumono molte e differenti forme. Questi devono essere inclusi, come il bene e il male nel nostro mondo. Non è mai stata mia intenzione essere così specifico sulle origini, poichè è un terreno che appartiene ai lettori. Coinvolgere i lettori nel processo di narrazione della storia è un serio impegno per me.
 
DR: I Cavalieri del Verbo come Logan Tom e Angela Perez sono al servizio di una donna mistica conosciuta come La Signora. C'è una relazione tra quest'ultima e il Re del Fiume Argento?
T. B.: Non che si sappia. Entrambi hanno un legame con il Verbo. La Signora è la Voce del Verbo. Oltre a questo, non sappiamo un granchè su di lei. Non ha mai interagito con il Re del Fiume Argento. Non ancora almeno!
 
DR: Nei romanzi tradizionali, gli scrittori scelgono i nomi dei personaggi e dei luoghi da fonti già esistenti. Come scrittore fantasy, lei deve metterci del proprio. I nomi le vengono in mente così o ha un modo per crearli?
T. B.: Prendo i nomi dappertutto o quasi. Ho una lista aperta di nomi interessanti, alcuni li raccolgo durante i miei viaggi e altri dalle mie letture. A volte li invento di mio ma spesso provengono da altre fonti. Quando metto assieme un romanzo, tiro fuori i nomi dalla lista. Alcuni di essi li uso così come li ho trovati, altri sono ibridi. Tutti sono scelti in modo che suggeriscano qualcosa del personaggio, della creatura o del luogo. Lavoro duro per rendere i nomi adatti perchè i lettori hanno bisogno di capire a partire da questo.
 
DR: Con il prossimo volume, la trilogia de La Genesi si conclude. Ha già un titolo? Sarà il romanzo finale sul mondo di Shannara?
T. B.: Non ho un titolo, anche se sono quasi a tre quarti del libro. Sto lavorando su un titolo, ma probabilmente non lo terrò. Non sarà l'ultimo libro del mondo di Shannara, ma sarà l'ultimo per un po' di tempo. Il prossimo farà parte del Regno Magico.
 
DR: Dopo trenta anni, ha qualche obiettivo non raggiunto come scrittore?
T. B.: Oh, certamente! Se non avessi sempre nuovi obiettivi, sarebbe piuttosto difficile continuare. Ho sempre nuove idee con cui lavorare. Scrivo da quattro decenni e cerco di continuare nel quinto. Che ne dite?
 

«Tratto da www.terrybrooks.net - Trad. Valentina Bono»

 

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