Terry Brooks parla della sua ultima fatica: I FIGLI DI ARMAGEDDON

D: Fin dalla pubblicazione nel 1997 de IL DEMONE, sono stato affascinato dalle connessioni implicite tra il mondo contemporaneo della saga IL VERBO E IL VUOTO e il mondo proiettato in un futuro lontano dei libri di SHANNARA. Ora lei rende esplicite tali connessioni per la prima volta. Da quanto tempo progetta di scrivere questa saga? Quanti libri comprenderà e quanto tempo pensa di impiegare per completare tutto?

T. B.: Questa saga potrebbe comprendere nove o dieci libri e ci vorranno almeno altrettanti anni per completarla. Ma intendo dividerla in 3 diversi periodi, ognuno dei quali descriverà gruppi differenti di personaggi in modo che ogni singola storia possa concludersi nel giro di tre anni. Per il momento sono questi i miei progetti, ma potrebbero anche cambiare senza preavviso.
Non è da molto tempo che penso a questa saga in termini espliciti, sono solo due anni circa.

D: Potrebbe parlarci di alcune di queste connessioni senza darci nessuna anticipazione? C'è sempre stata l'intenzione di creare una connessione tra le due saghe o si è arrivati solo gradualmente alla realizzazione? Quanto è stato difficile adattare le due mitologie?

T. B.: E' stata un'evoluzione graduale nei miei pensieri. C'è sempre stata una forte richiesta da parte dei lettori di tornare indietro nel tempo, alle Grandi Guerre, e scrivere "qualcosa" sulla distruzione del vecchio mondo e sull'inizio del mondo delle Quattro Terre. Ma non ho voluto fare mai nulla, così era rimasta solo un'idea. Ma, dopo aver terminato la prima trilogia de IL VERBO E IL VUOTO, ho iniziato a pensare come continuare la saga e ho deciso quasi subito che il seguito avrebbe interessato la prosecuzione dei sogni di John Ross, quando l'incubo sarebbe diventato reale. Le connessioni sono state sempre in questo e sono venute da sé, senza che ci prestassi un'attenzione particolare.

D: I FIGLI DI ARMAGEDDON è ambientato qualche anno dopo gli eventi de IL FUOCO DEGLI ANGELI, l'ultimo libro della trilogia IL VERBO E IL VUOTO. I lettori hanno bisogno di familiarizzare con questa trilogia per poter comprendere la nuova saga?

T. B.: Non è necessario aver letto nulla di mio prima di leggere la saga in questione. E' stata proprio una sfida creare una storia che potesse distaccarsi dagli altri libri ma che sarebbe comunque entrata in contatto con i lettori delle saghe precedenti. Nessuno vuole che i lettori debbano ritornare indietro e leggere altri 15 libri prima di potersi inoltrare in questa storia! Quindi ho fatto in modo che questa potesse avere il tempo e lo spazio di evolversi.

D: Ci racconti qualcosa sul romanzo.

T. B.: "Qualcosa"??? Bene, usando il linguaggio hollywoodiano per un momento, si tratta di "bambini di strada che incontrano il Guerriero della strada". Il mio solito approccio nel raccontare le storie è quello di focalizzarsi su molti personaggi differenti o gruppi di personaggi che man mano si incontrano nel corso della storia. Anche in questo libro è così. Gli "Spettri" sono una tribù di "bambini di strada" che vivono in un mondo post-apocalittico, abbandonato e dimenticato da quasi tutti. Ma uno di loro rappresenta qualcosa di speciale, possiede un talento che potrebbe essere la salvezza dell'umanità. Gli altri imparano da questo e agiscono, chi per il bene e chi per il male.

D: IL DEMONE ha introdotto il personaggio di John Ross, un Cavaliere del Verbo che combatte i demoni per conto di una misteriosa figura supernaturale, soprannominata "La Signora". Ross ha tutte le notti degli incubi sul mondo degradato che ci sarebbe se egli o gli altri Cavalieri fallissero la loro missione. Ne I FIGLI DI ARMAGEDDON, il mondo degli incubi di Ross deve essere superato e ci sono solo due Cavalieri ad affrontarlo. Potrebbe descrivere a cosa assomiglia questo mondo? Pensa che noi, nel mondo reale, ci stiamo muovendo verso qualcosa di simile?

T. B.: Sono preoccupato per questo. Non conosco molta gente felice di come stanno andando le cose nel mondo d'oggi. Ma nel mondo degli Spettri, le cose sono molto peggiori. Calamità, guerre e orribili cambiamenti dell'ambiente hanno alterato il mondo talmente a fondo che la popolazione si è ridotta ad una frazione delle sue dimensioni attuali. Molte persone in questo mondo vivono in fortezze recintate da mura, dove i governi stabiliscono le proprie regole, o nelle strade e nella campagna, come i Ghosts. I governi così come li conosciamo non esistono più. Il clima è completamente cambiato. Il cibo e l'acqua sono difficili da trovare. La vita è pericolosa ed incerta. Tutte le forme di vita hanno subito dei cambiamenti, alcuni di esse sono molto pericolose. Gli umani sotto forme diverse si perseguitano tra loro. Non è dunque una situazione piacevole.

D: Questo dimostra quanto i suoi fantasy siano intrappolati nel mondo reale. Piuttosto che sfuggire da esso, come in molti altri fantasy, sembra che lei stia tentando di affrontare direttamente gli eventi contemporanei, quali ad esempio il ritmo accelerato della degradazione ambientale e il rifiuto di far fronte alla "verità scomoda" del riscaldamento globale. Piuttosto che offrire ai lettori un momento di fuga dalla realtà, lei sembra proporre una spinta ad agire. Sente una responsabilità speciale che la porta a porsi queste questioni nel suo lavoro? Da dove deriva tale senso di responsabilità?

T. B.: Uno degli aspetti che più attraggono della letteratura fantasy è che essa fornisce uno spunto per guardare alle questioni sociali sotto una luce diversa, una luce che cerca meno confronti. Prendendo in considerazione i punti fondamentali su cui molti di noi hanno già formato le proprie menti e mettendo questi in un mondo e in un'epoca differenti, si crea l'occasione giusta per riesaminare il nostro pensiero. Saper raccontare bene una storia è sempre il primo requisito fondamentale di un fantasy di successo, ma oltre a questo si ha quasi l'obbligo di lavorare maggiormente sulla forma. "Il Signore degli Anelli", "Le Cronache di Narnia" e decine di altre saghe fantasy hanno seguito questo percorso. E anch'io sento la responsabilità di intraprenderlo.

D: Nel romanzo una delle più evidenti connessioni alla realtà contemporanea è la sua decisione di attribuire un nome ad un cane del personaggio dopo il Vicepresidente Cheney. Alcuni potrebbero pensare che è una critica ed effettivamente il "canino" Cheney è abbastanza eroico. Lei sembra ammirare Cheney o forse dovrei dire entrambi i Cheney… il vicepresidente non è forse ancora un avvocato forte dagli approcci ambientali imprevidenti che lei ha criticato in questo romanzo e altrove?

T. B.: I lettori trarranno le proprie conclusioni. I punti di vista dello scrittore non dovrebbero intromettersi.

D: In passato lei ha scritto libri dark, ma questo sembra il più dark finora: la civiltà e l'ambiente in rovina, la razza umana che deve far fronte ad un'estinzione che un numero significativo di persone ha attivamente cercato e abbracciato. Ha mai trovato una parte di sé stesso che vorrebbe tirarsi indietro da quello che lo scrittore che è in lei insiste a voler esplorare? Esiste una ricompensa per questo tipo di scrittura? Prima non ci avevo pensato, ma questo non è simile all'essere un Cavaliere del Verbo?

T. B.: Paragone interessante. Ma non vorrei pensare di me stesso come ad un eroe. Io ho una regola precisa sulle situazioni o i soggetti che sento di dover descrivere, ma che esito nell'affrontare: dare la caccia ad essi, mai fare marcia indietro. Se questo può sembrare difficile o esige un "tributo sentimentale", allora lo si deve superare. In questo modo si conosce sé stessi e si scoprono le proprie sensazioni riguardo alle cose.

D: Chi o cosa è "La Signora"? E' una personificazione del Verbo o semplicemente un altro dei suoi servitori?

T. B.: "La Signora" suggerisce numerose possibilità e il lettore può facilmente distinguerle tutte. Superficialmente, essa è la Voce del Verbo. Andando più in profondità, potrebbe essere qualcosa di più.

D: Pensando ai personaggi di Findo Gask e Delloreen, sembra che gli umani diventino i demoni più potenti, nel momento in cui essi diventano i servitori più potenti del Verbo. In altri termini, gli esseri umani sembrano essere realmente al centro della lotta tra Verbo e Vuoto o questo potrebbe essere un altro modo di affermare che la battaglia tra loro (Verbo e Vuoto) scaturisce in primo luogo nel cuore umano. Ci può parlare di questo?

T. B.: Lo farei senza mai fermarmi, ma preferisco lasciar parlare i miei libri al riguardo. Farò un paio di commenti. Il concetto di demoni generati da sé stessi è un concetto vecchio, quindi questo è un altro caso di riallacciamento con quello che è stato fatto prima. Inoltre, i lettori di SHANNARA ricordano che alla fine si è scoperto che i demoni del mondo delle Furie, rinchiusi nel Divieto, erano stati Elfi che avevano scelto il potere alla ragione. Gli umani nel mondo de I FIGLI DI ARMAGEDDON stanno scoprendo la stessa cosa. Noi siamo il peggior nemico di noi stessi ed assumiamo molte forme oscure. Perfino i Cavalieri del Verbo scoprono che la tentazione è una presenza costante che deve essere affrontata e superata. Infine, ho sempre creduto che i mostri più paurosi che incontriamo sono quelli che noi diventiamo di noi stessi.

D: I due Cavalieri della Parola sopravvissuti sono Tom Logan e Angela Perez. Come John Ross, sono stati anche loro profondamente spaventati dal diavolo, nessuno dei due si è ancora arreso ma neanche lo ha avvicinato. Cosa cerca la Signora nei suoi Cavalieri?

T. B.: Un forte senso di decisione, un buon cuore e la volontà di sacrificio. Sono tutte cose che ci sono familiari in quanto esseri umani. Un Cavaliere del Verbo non deve mai mettere sé stesso o sé stessa al primo posto. La gratificazione del senso di fedeltà è negli sforzi del Verbo nel preservare e proteggere il genere umano dai nemici, soprattutto quando i nemici sono essi stessi. I Cavalieri devono scegliere ogni giorno di essere migliori di coloro che servono. È l'essenza di quello che sono.

D: Sembra chiaro che i Cavalieri della Parola sono predecessori dei Druidi.

T. B.: Penso di poter tranquillamente affermare che i lettori saranno sorpresi di come il ruolo dei Cavalieri del Verbo è interpretato in questi libri. Essi hanno un collegamento con i Druidi, ma non è del tutto quello che può sembrare in un primo momento.

D: Dobbiamo fare molta attenzione dunque, poiché l'identità del Variante è un mistero fondamentale nel romanzo. Ma potrebbe descrivere, per grandi linee, cos'è questa creatura e cosa rappresenta?

T. B.: Il Variante è stato concepito come una magia selvaggia in IL FUOCO DEGLI ANGELI. Questa magia è generata dalla terra, si presenta raramente e non assume mai la stessa forma. Essa può essere catturata e prende forma in rare occasioni, ma quasi sempre trova la propria identità. Il Variante in questione è stato concepito così, ma il suo percorso non è stato regolare.

D: Naturalmente mi aspettavo che elementi propri ai libri di SHANNARA fossero presenti ne I FIGLI DI ARMAGEDDON, ma sono rimasto sorpreso quando l'Ellcrys e le Pietre degli Elfi hanno fatto la loro apparizione. Lei è sempre stato chiaro circa la relazione del mondo di SHANNARA e il nostro mondo, ciononostante è stato un forte shock notare l'accostamento così tagliente con cui sono stati introdotti questi personaggi. Sono curioso, lei sente qualcosa di simile quando scrive il libro?

T. B.: Quello che non mi aspettavo era quanto fosse difficile cambiare le voci mentre si scrive sugli Elfi. Scrivere sui bambini di strada e i Cavalieri del Verbo è stato molto più semplice. Ma gli Elfi non parlano come noi, non pensano o vivono come noi; ho dunque dovuto impiegare molto tempo per realizzare al meglio la descrizione di questi personaggi, in particolare in questo libro in cui gli Elfi sono rappresentati di più. Gli Elfi non amano molto gli umani, i quali hanno danneggiato il mondo da quando sono divenuti la specie dominante. E' stato difficile descrivere questa avversione, anche alla luce della rabbia enorme che il nostro mondo trasmette.

D: A che punto è con la stesura della saga? Ha finito il prossimo volume? Qualche accenno su quello che ci si deve aspettare?

T. B.: Sono a metà circa del secondo libro. Come ho detto, il tema degli Elfi è abbastanza complicato, sebbene seguirò anche gli altri personaggi. Ne I FIGLI DI ARMAGEDDON, si scopriranno i segreti che alcuni di essi stavano nascondendo.

D: Quanto segue la scena contemporanea dei fantasy?

T. B.: Faccio molte letture di altri generi. Scrivo fantasy e quindi leggerne tanti altri diventa oneroso. La lettura per me si situa fuori dalla vita di scrittore e mi piace passare le vacanze "in altre terre". A parte questo, di tanto in tanto nuovi fantasy catturano la mia attenzione e il mio interesse.

D: In generale, è ottimista sulla "salute" del genere fantasy?

T. B.: Malgrado quel che può sembrare, sono davvero una persona ottimista. Penso che il genere fantasy stia andando bene. Mi auguro che i lettori di altri generi si prendano un po' di tempo per scoprire quanto questo genere possa essere bello.

 

«Tratto da www.terrybrooks.net - Trad. Valentina Bono»