Terry Brooks parla di Tanequil, il secondo libro della sua ultima fatica:
IL DRUIDO SUPREMO DI SHANNARA

DR: Il suo nuovo romanzo, Tanequil, è il secondo libro della trilogia "Il Druido Supremo di Shannara". In un certo senso, sembra essere un libro dove tutti i personaggi vengono messi alla prova, forzati a confrontarsi con degli aspetti di se stessi che avrebbero preferito ignorare o negare. Può parlarci un po' di queste sfide?
TB: Non avevo pensato al mio libro in questi termini, ma pensandoci bene, è una descrizione sensata. So che spesso le mie storie si avvicinano a questa direzione. Il mettere alla prova se stessi è una parte abituale delle nostre vite, così viene naturale di trasporre questa cosa nelle vite dei personaggi, anceh se su livelli differenti.
Siamo costantemente messi alla prova dalle circostanze, dalle persone e da problemi che non sempre dipendono da noi. Succede lo stesso coi personaggi dei libri della saga di Shannara. Quello che mi interessa è il modo in cui i personaggi rispondono, come cambiano e crescono affrontando quelle che spesso sembrano difficoltà insormontabili.
DR: La magia di Pen Ohmsford è una forma di "canzone dei desideri"?
TB: La risposta nel terzo libro del Druido Supremo.
DR: Cos'è il Divieto e qual'è la sua relazione con il mondo delle Quattro Terre?
TB: Il Divieto è il posto dove gli Elfi ed i loro alleati inviarono i demoni e le loro stirpi, dopo una lunga lotta per la dominazione nel vecchio mondo delle fate, prima dell'era degli Uomini. E' stato scritto molto, e in modo esaustivo, ne "Le pietre magiche di Shannara" e ne "La Regina degli Elfi di Shannara", ma i lettori non avevano mai avuto l'opportunità di vedere come era effettivamente questo mondo. I libri del Druido Supremo descrivono chiaramente cosa sia il Divieto, cioè una visione alternativa delle Quattro Terre, dove gli abitanti imprigionati hanno disegnato il paesaggio rispecchiando le loro stesse personalità e abitudini di vita. E' più oscuro e pericoloso di ogni altro luogo nelle Quattro Terre, totalmente inospitale per gli umani. Shadea a'Ru e i suoi alleati, pur non essendo mai stati là, sanno che quello è un posto dove Grianne non può sopravvivere.
DR: Grianne è prigioniera dal signore degli Straken, Tael Riverine. Chi è costui e cosa vuole da lei?
TB: Non voglio rivelare una chiave di lettura per Tanequil perciò non posso dirle esattamente cosa Tael Riverine vuole da Grianne. Posso dire che i piani del signore degli Straken nei suoi confronti giungono come una totale sorpresa per l'Ard Rhys e non sono quelli che lei inizialmente pensava.
DR: Il termine "Straken" si riferisce a una razza di demoni oppure ha un altro significato?
TB: Straken è il termine con cui Jarka Ruus (il popolo bandito perchè negatori dei loro riferimenti con in Divieto) usa per indicare un potente fruitore di magia, qualcuno che controlla e manipola le vite delle creature più deboli e meno abili.
DR: Quando Grianne entra nel Divieto un demone, chiamato Moric, si palesa nelle Quattro Terre. Monic è un servitore di Teal Riverine? Qual è il suo scopo?
TB: Diamine, ci risiamo. La risposta a questa domanda si trova alla fine di Tanequil, perciò non ho intenzione di svelarla qui. Le basti sapere che non si tratta di niente che porti beneficio agli abitanti delle Quattro Terre.
DR: Grianne ha lottato per gettarsi alle spalle il suo passato come Strega di Ilse. Ma ho come l'impressione che non abbia ancora definito tutti i punti di quella sua parte di esistenza. E' questo che attrae Tael Riverine e lo spinge verso di lei? Non soltanto la sua potente magia, ma una macchia di malvagità?
TB: Sì. Tael Riverine è attratto dalla potente magi di cui lei usufruisce, che è una sua parte innata, ma anche per il potenziale che lei ha di divenire qualcosa di malvagio. Il demone sa che lei, una volta, era la Strega di Ilse e che esiste la possibilità che possa tornare ad esserlo di nuovo. Ma quello che realmente risulta utile al demone deriva dalla personalità di lei, una combinazione di magia, determinazione e forza che potrebbe essere a lui asservita, una volta spezzata.
DR: Qual è il suo pensiero sull'evoluzione della serie di Shannara e delle Quattro Terre fino alla Spada di Shannara?
TB: Quanto tempo abbiamo? La risposta più ovvia è che quando ho iniziato a scrivere la Spada di Shannara stavo pensando soltanto ad un singolo libro. Anche dopo la sua pubblicazione il mio pensiero era rivolto soltanto al libro successivo, Le pietre magiche di Shannara. L'idea di una serie non ha preso forma sino a che non ho iniziato a lavorare al quarto libro dell'eredità di Shannara. A quel punto, ho iniziato a vedere come la serie poteva essere strutturata, diventando qualcosa di più complicato rispetto a quanto, inizialmente, avevo previsto.
D'altra parte, continuo ad avere lo stesso approccio per ogni libro, lo stesso piano di base nella mia mente: mettere alcuni personaggi sotto molteplici stress e vedere come essi riescono a sopportarli.
DR: E' cresciuto come scrittore in questi anni? In cosa oggi si differisce rispetto al Terry Brooks che scrisse La Spada di Shannara? E in cosa è rimasto lo stesso?
TB: Penso di aver migliorato il linguaggio, compreso quello figurato rispetto a quando ho iniziato. Ho imparato a fare di più con meno, così non vedrete più grossi libri. Ho smesso di usare aggettivi ed avverbi come se bastasse il loro numero a fare la differenza. Ma sono lo stesso narratore di sempre. Credo che questa sia sempre stata la mia forza. Posso aver aggiunto cambiamenti dovuti al fatto che una persona cresce, così si cambia anche come scrittori. I miei interessi ora sono diversi rispetto a 30 anni fa. Quello di cui voglio scrivere mi ha cambiato in qualche modo e il mio modo di essere narratore è cambiato accordandosi a questo.
DR: Ha mai pensato di riprendere in mano la serie de Il Verbo e il Vuoto? Quei libri mi sono sempre sembrati legati al mondo di Shannara, sarebbe veramente affascinante se la storia di John Ross potesse intrecciarsi con la saga di Shannara.
TB: Subito dopo Natale, sono caduto ed ho subito un'operazione di ricostruzione al ginocchio destro. Ho perciò avuto il tempo di starmene seduto, durante il periodo di riabilitazione. Durante quel periodo ho terminato Straken e così, per la prima volta dopo tanto tempo, ho potuto prendermi qualche mese di pausa. Probabilmente non mi rimetterò a lavorare sino all'inizio dell'anno. Non lo so. Ma nel frattempo, sto pensando a nuovi libri, che hanno come soggetto sia Il Verbo e il Vuoto sia il Regno magico. Mi prefiggo di scriverli nei prossimi anni.
DR: Questa è una notizia grandiosa, a parte la storia della caduta. Quale dei due pensa di affrontare per primo?
TB: Non ho ancora deciso. Penso che mi dedicherò prima al Regno magico, ma attualmente non ne sono sicuro. Staremo a vedere.