Sigonella, la "colonia" USA in Italia che spierà l'Europa e il Medio-Oriente
Dici Sigonella e pensi a Craxi, di cui tutto si può (e si deve) dire tranne che non sapesse farsi rispettare, e con lui l'Italia quando ne era tra i massimi rappresentanti.
Nemmeno lui però, purtroppo, è riuscito a restituire Sigonella agli Italiani, e quel pezzo di Sicilia è rimasto una colonia statunitense in Italia. Pazzesco, a pensarci nel Duemila, ma è così... Di italiano a Sigonella (oltre all'auto dei carabinieri) ci sono i nomi delle strade, alcune centinaia di lavoratori e basta. Il resto è targato America: lingua inglese, dollaro come moneta.
Chi sperava in una possibile (e futuribile) demilitarizzazione della zona si metta l'animo in pace. La base americana, infatti, ospiterà il sistema di spionaggio Nato Ags (Alliance Ground Surveillance) (e a tale scopo verrà addirittura ampliata...), deputato a fornire decisive informazioni «prima e durante le operazioni Nato». Sarà «uno strumento chiave per rendere più incisiva la Forza di risposta Nato (Nrf)», in grado di proiettarsi entro cinque giorni «per qualsiasi missione in qualsiasi parte del mondo».
Insomma: una cosa terrificante! Che fa sicuramente gongolare i guerrafondai come il ministro La Russa, ma che dovrebbe preoccupare (e non poco) quanti vorrebbero preservare la nostra povera Patria dal diventare la base logistica delle future azioni di guerra USA nel mondo, più di quanto già non lo siamo (ricordate che siamo pieni di testate nucleari statunitensi?).
L'accordo è stato sottoscritto dal governo Berlusconi nel 2002 e successivamente allargato da Prodi nell'ottobre 2006, a confermare che in materia di servitù militari USA in Italia PDL e PD hanno perfettamente la stessa identica visione: loro i padroni, noi i vassalli (ah, quanta nostalgia di Craxi!).
Non mi pare di aver sentito un politico uno (nè parlamentare nè "extra-parlamentare") indignarsi per tutto ciò, eppure a me non pare cosa di poco conto.
L'era Obama non comincia sotto i migliori auspici per quel che ci riguarda...
Nemmeno lui però, purtroppo, è riuscito a restituire Sigonella agli Italiani, e quel pezzo di Sicilia è rimasto una colonia statunitense in Italia. Pazzesco, a pensarci nel Duemila, ma è così... Di italiano a Sigonella (oltre all'auto dei carabinieri) ci sono i nomi delle strade, alcune centinaia di lavoratori e basta. Il resto è targato America: lingua inglese, dollaro come moneta.
Chi sperava in una possibile (e futuribile) demilitarizzazione della zona si metta l'animo in pace. La base americana, infatti, ospiterà il sistema di spionaggio Nato Ags (Alliance Ground Surveillance) (e a tale scopo verrà addirittura ampliata...), deputato a fornire decisive informazioni «prima e durante le operazioni Nato». Sarà «uno strumento chiave per rendere più incisiva la Forza di risposta Nato (Nrf)», in grado di proiettarsi entro cinque giorni «per qualsiasi missione in qualsiasi parte del mondo».
Insomma: una cosa terrificante! Che fa sicuramente gongolare i guerrafondai come il ministro La Russa, ma che dovrebbe preoccupare (e non poco) quanti vorrebbero preservare la nostra povera Patria dal diventare la base logistica delle future azioni di guerra USA nel mondo, più di quanto già non lo siamo (ricordate che siamo pieni di testate nucleari statunitensi?).
L'accordo è stato sottoscritto dal governo Berlusconi nel 2002 e successivamente allargato da Prodi nell'ottobre 2006, a confermare che in materia di servitù militari USA in Italia PDL e PD hanno perfettamente la stessa identica visione: loro i padroni, noi i vassalli (ah, quanta nostalgia di Craxi!).
Non mi pare di aver sentito un politico uno (nè parlamentare nè "extra-parlamentare") indignarsi per tutto ciò, eppure a me non pare cosa di poco conto.
L'era Obama non comincia sotto i migliori auspici per quel che ci riguarda...
Etichette: craxi, grande fratello, nato, sigonella, stati uniti
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