14 giugno 2008

Regime leggero

La definifizione data da Fausto Bertinotti sull'attuale situazione politica dell'Italia è assolutamente calzante e quantomai efficace: siamo in uno stato di "regime leggero".
Ben si spiega, con questa definizione, la campagna mediatica volta a criminalizzare e ghettizzare il "diverso" da noi, sia esso l'extracomunitario piuttosto che l'omosessuale o altro; una campagna "securitaria" fondata sul nulla assoluto, sia in termini di dati specifici riguardanti l'Italia sia in parallelo confronto con i dati del resto d'Europa.
Ad un "regime" fa pensare anche lo stato di polizia che si vorrebbe creare blindando con l'esercito le zone dell'emergenza rifiuti, non sapendo o (peggio) non volendo affrontare la situazione con gli strumenti del dialogo e del confronto con le popolazioni locali.
Richiama alla mente qualcosa di meno "leggero" l'ultima perla del governo Berluscon-leghista. Mettere il bavaglio alla stampa non allineata e intralciare con tutti i mezzi possibili il lavoro dei Magistrati è sempre stato uno dei capisaldi del pensiero e dell'agire politico del venditore più affascinante (e potente) d'Italia. Ma ora egli può portare a compimento le sue nefandezze in un clima del tutto nuovo (come gioiosamente ricordato dal papa meno illuminato degli ultimi cinquant'anni...).
In un parlamento in cui l'opposizione è lasciata interamente nelle mani del ristretto manipolo dei fedelissimi di Di Pietro, in un quadro politico dal quale, con la complicità attiva e fondamentale del suo alter-ego Veltroni, è riuscito ad eliminare l'intera Sinistra italiana (e con essa una visione alternativa della società e del mondo), il cavaliere imprenditore avrà vita facile nell'imporre ad un popolo sempre più ignorante e ricattabile economicamente l'egemonia della sua anti-cultura, fatta di veline, di bettarine, di gregoraccie e di marie de filippi.
Veltroni farebbe bene, piuttosto che preoccuparsi degli strali della Famiglia Cristiana, a cominciare seriamente a pensare se vuole passare alla storia come il politico che ha consegnato su un vassoio d'argento il nostro Paese a questa parodia di incrocio genetico tra Mussolini e Licio Gelli.

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